Saturday, September 17, 2022
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Elezioni politiche 2022, le ultime notizie: fondi russi ai partiti, Meloni attacca



“Ascoltate il lavoro”. La Cgil presenta decalogo alla politica

Un decalogo stilato con l’obiettivo di primario di  aumentare i salari e difendere i redditi da lavoro e da pensione dall’inflazione, rafforzare la contrattazione e riformare il fisco. E poi dire basta alla precarietà e ridurre gli orari di lavoro. Rinvigorire il filo della legalità e la sicurezza sul lavoro e disegnare un nuovo stato sociale e diritti di cittadinanza, varare politiche di sviluppo e nuovo intervento pubblico. A stilarlo è la Cgil, riunita a Bologna – alla presenza del segretario, Maurizio Landini – in occasione dell’Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati intitolata, “Ascoltate il lavoro”. Invocazione destinata alla politica alla vigilia del voto del prossimo 25 settembre.

Tra i punti individuati dal sindacato per fare fronte alle nuove sfide rese ancora più difficili dallo state of affairs energetico e geopolitico internazionale, “tutelare e aumentare il potere di acquisto di salari e pensioni. Intervenire a livello nazionale ed europeo sulla formazione dei prezzi. Fissare un tetto alle bollette. Proteggere l’occupazione. Integrare il trattamento economico della cassa integrazione. Salario minimo legato al trattamento economico complessivo dei Contratti Collettivi Nazionali e legge sulla rappresentanza. Rinnovare i contratti, e affermare la centralità della contrattazione per assicurare diritti e partecipazione”.

E poi, “no alla Flat Tax e condoni, sì a una riforma progressiva e redistributiva. Abbattere l’evasione e l’elusione fiscale. Tassare gli extraprofitti e redistribuirli ai redditi da lavoro
e alle pensioni più basse”. Sul fronte della lotta alla precarietà, evidenzia la Cgil nel suo documento, occorre “superare il Jobs Act e le norme che hanno precarizzato il lavoro, abolendo le tipologie di lavoro precario e sottopagato e introducendo un contratto unico di ingresso a contenuto formativo ed estendendo le tutele dei lavoratori autonomi”.

Inoltre occorre “definire un Nuovo statuto dei diritti per tutto il mondo del lavoro. Un piano per la piena e buona occupazione in particolare per giovani e donne. Superare i divari di genere e generazionali. Condizionare i finanziamenti e le agevolazioni pubbliche collegandoli alla stabilità dell’occupazione e contrastare le delocalizzazioni.  Riduzione e redistribuzione degli orari di lavoro per una nuova occupazione stabile e per il diritto alla formazione permanente”.

Quanto ai temi della legalità e della sicurezza sul lavoro, a giudizio della Cgil i passi da compiere sono quelli di “estendere a tutto il sistema degli appalti e dei subappalti privati il rispetto e l’applicazione dei Contratti nazionali e delle clausole sociali; contrastare le mafie, lo sfruttamento lavorativo, il caporalato e il lavoro nero”, lavorare sulla “prevenzione, formazione, salute e sicurezza garantite ed esigibili e inasprimento delle sanzioni”.

Guardando, invece, a un nuovo stato stato sociale e diritti di cittadinanza, quello che serve  è “innovare il sistema pubblico e investire attraverso un piano straordinario di assunzioni pubbliche e di stabilizzazione del personale precario”, dare “centralità del servizio sanitario pubblico e universalistico e del sistema pubblico di istruzione e conoscenza” e garantire “una misura universale di lotta alla povertà, come il reddito di cittadinanza”.  In aggiunta, viene sottolineato ancora nel documento, va introdotta una “legge sulla non autosufficienza” e va detto un “no alla autonomia differenziata”. Poi servono “politiche inclusive e piena integrazione e diritti civili per i cittadini migranti”, cambiando anche “la legislazione sull’immigrazione”.

Sul versante previdenziale, la ricetta della Cgil prevede di “superare la riforma Fornero ricostruendo un sistema previdenziale pubblico, solidaristico ed equo che unifichi le generazioni” e che “garantisca flessibilità in uscita a partire da 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età”.

Nel campo delle politiche di sviluppo, l’concept del sindacato è quella di costituire un’Agenzia per lo Sviluppo dotata di poteri e di un Fondo speciale per le transizioni ambientale e digitale per rafforzare gli strumenti di governo delle crisi e delle riconversioni e il varo di un “Piano strategico per l’autonomia energetica con conseguente e fondamentale accelerazione degli investimenti nelle fonti rinnovabili”.

Infine, conclude il decalogo della Cgil, occorre “recuperare i divari territoriali e di sviluppo a partire dal Mezzogiorno. Riqualificazione delle grandi periferie urbane, delle aree interne e incrementare l’edilizia pubblica e sociale”.

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