Il capo della diplomazia russa Lavrov in Consiglio di sicurezza ha ribaltato le accuse di Kiev chiedendo che sia la “nazi” Ucraina a essere punita per i suoi crimini, “coperti dall’Occidente con la connivenza delle organizzazioni internazionali”. Una lettura della storia sempre più drammaticamente isolata. Se gli Stati Uniti, attraverso il segretario di Stato Blinken, hanno ribadito la linea dura nei confronti di Mosca, a pesare è la posizione della Cina, finora la più vicina alleata del Cremlino, che ha lanciato un messaggio chiaro: “La sovranità territoriale di tutti i Paesi deve essere rispettata”.
E, dunque, anche quella dell’Ucraina. Russia che all’Onu misura plasticamente la sua distanza dal mondo. Il presidente ucraino Zelensky, in un messaggio video in lingua russa, ha esortato i cittadini russi a “protestare” contro la mobilitazione dei riservisti annunciata dal Cremlino o advert “arrendersi” alle forze di Kiev. L’intelligence ucraina ritiene che Putin stia seriamente considerando la possibilità di una guerra nucleare. “Proveranno a fermare le nostre attività offensive e distruggere il nostro Stato – ha dichiarato il vice capo della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, Vadym Skibitsky -.
Ma secondo il funzionario le conseguenze potrebbero riguardare altre nazioni, in particolare Polonia, Turchia e Bulgaria. “Questa è una minaccia per altri Paesi. L’esplosione di armi nucleari tattiche avrà un impatto non solo sull’Ucraina, ma anche sulla regione del Mar Nero. Ricordiamo Chernobyl”.
Putin chiama Salman Al Saud: soddisfazzione per lo scambio di prigionieri
Telefonata tra il presidente russo Vladimir Putin e il principe saudita Mohammed bin Salman Al Saud: “le parti hanno espresso soddisfazione per la consegna dei prigionieri stranieri alla parte saudita attraverso la mediazione personale del principe ereditario”, ha dichiarato il servizio stampa del Cremlino, riportato da Interfax. La telefonata si è svolta su iniziativa dell’Arabia Saudita.
Pedro Sanchez: referendum fasulli, loro risultato non sarà mai riconosciuto
“Questi referendum fasulli” per l’annessione delle zone occupate dell’Ucraina alla Russia “costituiscono un’ulteriore violazione del diritto internazionale. Il loro risultato non sarà mai riconosciuto”. Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez nel suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu. La guerra in Ucraina ha fatto tremare “le fondamenta dell’Onu come raramente è successo prima”, dopo sei mesi “l’orrore” dell’invasione russa è ancora presente e ha portato l’umanità a “tempi che pensavamo fossero superati”, ha aggiunto il chief, che però ha invitato a non perdere la speranza nell’Onu e nella comunità internazionale, capace di superare ogni avversità.
Sindaco Mosca promette compenso aggiuntivo per cittadini mobilitati
I moscoviti che saranno mobilitati in Ucraina riceveranno un compenso aggiuntivo per la mobilitazione parziale annunciata da Putin. Lo ha promesso il sindaco di Mosca Sergey Sobyanin annunciando un bonus mensile regionale di 50.000 rubli (808 dollari) oltre agli stipendi come militari. In caso di grave infortunio, ha aggiunto, verrà pagato un premio aggiuntivo di un milione di rubli, mentre se l’infortunio è lieve riceveranno 500mila rubli. Le autorità di Mosca pagheranno 3 milioni di rubli alle famiglie delle persone che perderanno la vita in Ucraina.
Mosca: referendum sono conformi a Carta Nazioni Unite
I referendum nelle (autoproclamate) Repubbliche popolari di Donetsk (Rpd) e Lugansk (Rpl) e nei territori liberati per entrare a far parte della Russia sono conformi alle norme internazionali e alla Carta delle Nazioni Unite: ha dichiarato la presidente del Consiglio della Federazione russa Valentina Matviyenko ai giornalisti. Lo riferisce la Tass. “Sono certa che i referendum si svolgeranno in modo story che nessuno avrà motivo di mettere in dubbio la legittimità. L’espressione della volontà avviene in conformità alle norme internazionali e alla Carta delle Nazioni Unite. I residenti della Rpd, della Rpl e degli altri territori liberati hanno questo diritto, un diritto legale. E nella situazione attuale è il diritto alla vita”, ha affermato Matviyenko.
Potente esplosione nel centro di Melitopol occupata
Potente esplosione a Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia, occupata dai russi . Lo ha annunciato il sindaco ucraino in esilio Ivan Fedorov citato da Unian. La notizia dell’esplosione è stata confermata anche dalle agenzie russe. “Il terrore degli occupanti sta aumentando. Alle 7 del mattino, a Melitopol è risuonata una forte esplosione, che è stata ben sentita dai residenti nel centro della città. Le persone hanno paura di lasciare le loro case. Il primo giorno del voto dello pseudo-referendum, gli occupanti hanno bisogno che tutti stiano tranquilli seduti a casa”, ha affermato il sindaco.
Ucraina, intensi bombardamenti russi su regione Dnipro
Le truppe russe hanno bombardato la regione orientale di Dnipropetrovsk con missili Grad, due civili sono morti, nove sono stati feriti: lo riferisce il capo dell’amministrazione militare regionale Valentyn Reznichenko, citato da Ukrinform. “I russi hanno nuovamente aperto il fuoco sul distretto di Nikopol. Al mattino hanno colpito anche Marhanets con i sistemi missilistici a lancio multiplo Grad (Mlrs) e con l’artiglieria pesante. Circa 30 proiettili sono stati sparati contro insediamenti civili. A Marhanets sono stati uccisi due civili, un uomo e una donna. Secondo i dati preliminari, altre nove persone sono rimaste ferite”, ha detto Reznichenko. A causa dell’attacco 2.200 famiglie sono rimaste senza elettricità.
Kiev, gruppi armati costringono a votare per referendum
Gruppi “armati russi” stano costringendo i residenti “delle zone occupate per costringere le persone a votare al cosiddetto referendum”. É quanto rende noto il sindaco di Lugansk, Sergey Haidai, in un publish su Telegram, secondo quanto riporta il Guardian. “Gli occupanti stanno impedendo alle persone di lasciare la città tra il 23 e il 27 settembre”, afferma Haidai.
Russi in fuga da mobilitazione, code al confine con Georgia. Traffico rallentato anche al confine con la Finlandia
Lunghe code si sono formate al confine tra Russia e Georgia. La Bbc mostra le immagini di file interminabili di auto con a bordo soprattutto uomini russi che stanno tentando di lasciare il Paese per evitare l’arruolamento forzato per la guerra in Ucraina.
Il Cremlino afferma che le notizie sulla fuga di uomini in età da coscrizione sono esagerate, ma alcuni testimoni hanno stimato che la coda di auto al checkpoint di Higher Lars fosse lunga circa 5 chilometri, mentre un altro gruppo ha affermato che ci sono volute sette ore per attraversare il confine.
Un aumento del traffico si è registrato nella notte anche al confine con la Finlandia, che condivide un confine di 1.300 chilometri con la Russia ma richiede un visto per l’ingresso.
Al by way of referendum annessione in regioni occupate
Nelle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia – sotto il controllo parziale o totale delle forze di Mosca – sono iniziati i “referendum” sull’annessione di tali territori alla Federazione Russa. Si concluderanno il 27 settembre. Gli alleati occidentali di Kiev hanno già chiarito che non accetteranno mai il risultato. Critica anche Pechino, che ha chiesto il rispetto del principio dell’integrità territoriale degli Stati.
Le autorità filo-russe insediate in questi territori e Mosca hanno comunque promesso di andare avanti
Oggi a Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia i refendum sull’annessione
Le province di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia, occupate dai russi e che rappresentano circa il 15 per cento del territorio dell’Ucraina, si preparano oggi a tenere referendum per l’adesione alla Russia. Le urne resteranno aperte fino al 27 settembre. L’Ucraina e i suoi alleati della comunità internazionale hanno già parlato di referendum farsa chiarendo che non verranno riconosciuti sul piano legale e politico.
Ungheria: non c’è motivo per ulteriori sanzioni alla Russia
L’Ungheria non vede alcun motivo per perseguire l’adozione di un nuovo pacchetto di sanzioni anti-russe, ha affermato il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto dopo i colloqui con il suo omologo russo Sergey Lavrov all’Onu. “La nostra posizione è cristallina – ha detto alla Tass -. Non vediamo alcun motivo razionale per optare per un altro pacchetto di sanzioni, soprattutto quando si tratta di energia. L’energia è una chiara linea rossa per noi. Non siamo pronti a costringere il popolo ungherese a pagare il prezzo di una guerra di cui non è assolutamente responsabile”. “Certo, se ci fosse una bozza avanzata, parteciperemmo alla discussione, ma non daremo il nostro consenso a tutto ciò che è contrario al nostro interesse nazionale”, ha aggiunto il ministro.
Pentagono: le minacce di Putin non fermeranno i nostri aiuti a Kiev
La minaccia del presidente russo Vladimir Putin di usare armi nucleari non fermerà l’aiuto degli Usa all’Ucraina. Lo ha sottolineato il portavoce del Pentagono, Patrick Ryder. “Riguardo advert affermazioni o annunci venuti dalla Russia – ha sottolineato – non influiscono sull’impegno (americano) di continuare a lavorare strettamente con associate internazionali e alleati per fornire all’Ucraina il sostegno di cui ha bisogno nella sua lotta per difendere il Paese” da Mosca.
Russia: referendum annessione, aperte le urne in Kamchatka
Aperti nella Kamchatka, nell’estremo oriente russo, i primi seggi elettorali per l’annessione alla Russia dei territori occupati in Ucraina. Lo ha annunciato la Tass precisando che in quest’space si trovano numerosi sfollati dalle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk e delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, in Ucraina. “Quattro seggi elettorali sono stati aperti presso i rifugi temporanei per gli sfollati e resteranno aperti fino al 27 settembre”, ha detto la commissione elettorale della Kamchatka. Il 27 settembre apriranno i seggi elettorali nella vicina regione di Chukotka, dove si trovano circa 160 sfollati. Circa 60 di questi – secondo la Tass – avrebbero dichiarato l’intenzione di ottenere la cittadinanza russa.
Zelensky esorta i russi a protesta contro mobilitazione
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un messaggio video in lingua russa, ha esortato i cittadini russi a “protestare” contro la mobilitazione dei riservisti annunciata dal Cremlino o advert “arrendersi” alle forze di Kiev. “Nei sei mesi di questa guerra sono morti 55 mila soldati russi. Decine di migliaia sono feriti e mutilati”, ha detto Zelensky, “ne volete ancora? No? Allora, protestate! Lottate! Fuggite! O arrendentevi all’esercito ucraino”.
Kiev ai coscritti russi: arrendetevi, non sarete estradati
Appello di Mikhailo Podolyak, uno dei consiglieri del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ai “russi arruolati con la forza che non desiderano morire ignominiosamente in un Paese straniero”. “Arrenditi alla prima opportunità. L’Ucraina garantirà la tua vita e un trattamento dignitoso. Secondo la Convenzione di Ginevra, non sarai estradato in Russia, a meno che tu non lo desideri”, ha scritto su Twitter.