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Caccia all’uomo. Nella Rai di Carlo Fuortes si sono scatenate le truppe rosse che, anziché lavorare e guadagnarsi lo stipendio che arriva dal canone versato dai cittadini, giocano allo spionaggio. Ormai mettono taglie sui giornalisti non addomesticati, vanno cercati e intimiditi: guai a non essere assoggettati al pensiero unico dominante. Nel mirino è finito stavolta Paolo Petrecca, direttore di RaiNews 24, autore di un gravissimo reato: una foto con Matteo Salvini. Sono quelle cose che è vietato fare, sennò vuol dire che non sai fare il tuo mestiere, dicono quelli che incontrano i loro capi politici pureneiretrobottega di Saxa Rubra. Anzi, pareva che fosse una foto con loro due. In realtà l’immagine tagliata su misura period con quattro persone, tra cui la compagna del direttore. Quell’incontro di Catanzaro è stato dipinto come se fosse avvenuto a Teano: obbedisco.
Una balla clamorosa. Perché si è trattato di una solare coincidenza: lo scorso 3 agosto, Petrecca è andato nella città calabrese per ritirare il premio Magna Grecia Competition («conseguito “grazie alla straordinaria redazione di RaiNews24″», cube) e nello stesso giorno il chief della Lega girava in lungo e largo tutta la regione. Difficile ipotizzare che si fossero messi d’accordo tra comizi, manifestazioni e premi culturali.
Pd, Usigrai e fancazzismo rosso al seguito hanno gridato allo scandalo per la foto che immortala Salvini e Petrecca. Proprio perché si sono incontrati, sia pure a Catanzaro e non certo a un comizio («non ci vado mai alle manifestazioni»); eppure nel Pd e nella fanteria di complemento hanno suonato la grancassa per dire il contrario. Come se il direttore di una testata Rai fosse andato “a spellarsi le mani” advert ascoltare Salvini. Peccato che il comizio fosse a Cosenza e non a Catanzaro. Qui c’period una riunione del capo della Lega con i suoi amministratori e non certo una manifestazione a cui partecipare.
Insomma, una toppa bella e buona, tanto più che ha riguardato un periodo in cui Petrecca stava in ferie. Malo stesso sono arrivate le contumelie, «mancanza di rispetto dei valori di autonomia e indipendenza del servizio pubblico doverosi per un dirigente Rai», «spettacolo imbarazzante» e giù tante altre sconcezze di quelle che tirano fuori come volantini alla bisogna. Ovviamente, la “protesta” è venuta da quelli che abbracciano i loro chief e compagni in privato, quando ci trattano affari interni all’azienza. Sono quelli che un premio lo ricevono solo per raccomandazione o per grazia ricevuta. In Rai usa così. Se un giornalista non di sinistra si fa fotografare con un chief di destra magari con la mano sulla spalla, succede il putiferio. Non accade nulla se invece l’amministratore delegato dell’azienda, Carlo Fuortes, va alla festa di compleanno di Goffredo Bettini advert incontrare Giuseppe Conte e mezzo Pd di comando. Oppure, se notissimi giornalisti Rai partecipano al convegno organizzato dalla rivista rossa Left wing su un tema che è davvero da segnalare: “Rai, ora o mai più”. Una specie di annuncio di una guerra di conservazione del posto conquistato in altre epoche. Tanti personaggi di livello (Bortone, Coletta, Ammirati, Natale, ecc) a far da cornice advert un evento che avrebbe dovuto preoccupare l’Advert aziendale e lo stesso sindacato interno. Ma siccome si tratta di sinistra, tutti muti. Neppure una parola per domandare perché. Advert essere colpito, questavolta, deve essere solo Paolo Petrecca. Con tanto di foto pretend su un comizio a cui non è mai andato..
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